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Consegnamo all’attenzione degli studiosi della dialettologia, e in particolare alla gente di Santa Croce di Magliano (CB) che ha dato mostra convincente e sincera dell’interesse per la preservazione del proprio patrimonio linguistico e culturale, un nuovo contributo sulla lingua dei nonni che il trascorrere inclemente del tempo si appresta a cancellare dalla parlata quotidiana.

Non si tratta, in realtà, di una “nuova” opera. Per comodità del lettore ci siamo limitati ad estrapolare dal nostro Lessico santacrocese quelle voci, in ordine alfabetico, che contengono modi dire, espressioni, indovinelli, metafore, giochi, traslati, onomatopee, filastrocche ed altro che costituiscono l’elemento di civiltà che non solo è alla base di una determinata lingua, ma che l’arricchisce nel tempo tramite l’originale e spontanea saggezza popolare.

Il materiale riportato, dunque, non è altro che lo sforzo iniziato anni addietro ma a differenza delle voci singole - con le quali ci eravamo confrontati con altre raccolte di dialetti molisani e non, e quindi in buona misura esaurienti in qualità e quantità – esso si è andato via via arricchendo con i contributi degli amici santacrocesi volenterosi,  e soprattutto durante i nostri frequenti viaggi in paese dopo la pubblicazione a Caracas della prima edizione dell’opera.

In tal modo, già nella seconda edizione cartacea il Lessico era cresciuto per questi apporti fondamentali. Ma eravamo coscienti che mancava ancora tanto per un’approssimazione ad una raccolta esauriente di tali materiali di civiltà. Il tempo ci ha dato ragione e per fortuna gli aggiornamenti immediati per i ricercatori e i lettori sono in questi tempi più possibili che nel passato grazie alla pubblicazione in digitale dei testi, come in effetti noi stessi abbiamo provveduto a fare, e continuiamo a fare, man mano che ci giungono nuove informazioni.

Bisogna accelerare i tempi della ricerca per evitare che il dialetto e le sue espressioni più tipiche scompaiano con gli ultimi fruitori, ereditieri di un passato sicuramente povero di risorse ma ricchissimo di saggezza. Per questo è necessario che linguisti, antropologi, etnografi raddoppini sforzi e volontà. Agli studiosi molisani, e santacrocesi in particolare, offriamo questa fonte con la speranza che risulti utile per futuri contributi.

Invitiamo il lettore occasionale ad avvicinarsi al testo senza riserve. Esso è stato sfoltito da quegli elementi teorici i quali, ma solo per gli interessati, sono sufficientemente dettagliati nell’Introduzione del Lessico,  per cui la lettura potrebbe risultare finanche amena se si supera l’impatto della novità della scrittura, diversa dalla convenzionale appena per la presenza di una –e capovolta / « /, quasi muta, e di una –s con accento circonflesso all’inverso / š / che si dovrà leggere sempre come la –sc italiana (di scimmia) anche davanti a consonante. Oltre a poche altre, semplici indicazioni, che si preciseranno nelle pagine a seguire. Finalmente, l’invito è anche a comunicare all’Autore quelle forme del dialetto santacrocese a loro note, o per sentito dire dagli anziani in famiglia, che non si dovessero riscontrare nel testo. In questo modo ci faremmo tutti collaboratori di un nobile progetto che mira a preservare attraverso la lingua la gloriosa storia del nostro passato.

 

Caracas, giugno 2016

 

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